Sala 1- COLLEZIONE VINCENZO ROSATI
La prima sala è un omaggio alla figura e all’opera dell’ing. Vincenzo Rosati, direttore dell’antica Scuola di Arti e Mestieri dell’Orfanotrofio di Atri. Dalla fine dell’800 egli, su incarico di Edoardo Brizio direttore del Museo Archeologico di Bologna e degli scavi governativi fino al territorio abruzzese, dedicò la sua attività di studioso di archeologia agli scavi nella zona di Atri e in territori limitrofi, provvedendo alla raccolta dei numerosi materiali ivi recuperati. In Atri, vanno soprattutto citati i ritrovamenti dei cunicoli di Porta Cappuccina, delle piscine romane sotto la Cattedrale, il tempio romano e le necropoli protostoriche di Colle della Giustizia e della Pretara. In una grande vetrina quadripartita sono oggi sistemati numerosi reperti di diversa provenienza, in alcuni casi purtroppo ignota (ariballos, laghynos, kantharos, balsamari, ecc). Gli altri materiali provengono dai territori di Atri (anelli di collana, pendagli di varie forme e tipologie, bracciali, armille, spade, punte di lancia, ecc); Penne (punte di giavellotto, fibule in bronzo, bacile in bronzo, bracciale a spirale, ecc); Arsita, ex Bacucco (fibula in bronzo, arula); dal tempio italico di Colle S. Gior­gio, presso Castiglione Messer Raimondo (antefissa a palmette, lastra di rivestimento, antefissa a potnia theron, cor­nice di frontone).

Sala 2 – SEZIONE PREISTORICA
La seconda sala, dedicata alla Preistoria del territorio abruzzese, illustra i manufatti di cui si sono serviti gli uomini primitivi, dal Paleolitico (circa 300.000 anni a.C.) fino ad arrivare alla prima età del Ferro (ca. 1000-750 a.C. Sono state realizzate riproduzioni di oggetti di di­ versa natura, tra le quali strumenti in selce e osso del Paleolitico Inferiore, Medio e Superiore; vasi in argilla depu­rata (figulina) dipinta del tipo noto dai villaggi neolitici (circa V – IV millennio a.C.) di Catignano (PE) e Ripoli (TE); ceramica dell’età del rame decorata a squame e incisioni; due asce in bronzo e ceramica dell’età del Bronzo finale e della prima età del Ferro variamente decorata. Le testimonianze archeologiche del territorio di Atri, vengono dagli scavi dell’insediamento di Colle Maralto e, risalgono alla fine dell’età del Bronzo e agli inizi dell’età del Ferro: sono presenti frammenti di ceramica fine e di impasto. Nei pannelli didattici si trovano approfondimenti sulle fasi cronologiche e sulle tecniche di scheggiatura della selce, sui processi agricoli, sulla manifattura della ceramica e dei metalli

SALA 3 – SEZIONE PROTOSTORICA EDOARDO BRIZIO
La terza sala, sicuramente la più suggestiva grazie all’esposizione di due sepolture integre scavate nei primi del 1900, raccoglie i risultati degli scavi condotti dalla Direzione degli scavi d’Antichità per l’Emilia e le Marche (estesa fino alla provincia di Teramo), con a capo Edoardo Bri­zio, coadiuvato fin dal 1895 da Vincenzo Rosati e Luciano Proni. I reperti archeologici, rinvenuti nelle 35 sepolture scavate all’epoca nelle due Necropoli di Atri di Colle della Giustizia e Pretara, furono sottoposti negli anni Settanta alle prime delicate opere di restauro. Solo 22 sono però le sepolture i cui corredi sono oggi esposti in vetrina, pro­babilmente appartenuti a due o tre nuclei familiari e databili intorno ai primi tre quarti del VI sec a C. Quelli maschili sono 6, completi del tipico armamento da guerriero composto da teste di mazza, coltelli, punte di lancia, pugnali ad antenne, ecc. Le restanti sepolture, tutte femminili e infantili, sono divisibili in due gruppi numericamente equivalenti. Esse contengono fuseruole, fibule in bronzo e ferro, placche di cinturone, collari, ganci a omega, bulle, diversi tipi di pendagli a batocchio, tubicini, perle di pasta vitrea e conchiglie, contenitori ceramici di diversa forma e grandezza.

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